Andreazza: "Orgoglioso della stagione UCC Assigeco Piacenza"

Tre domande a coach Andreazza per riassumere questo campionato di Serie A2 Citroen, che l'hanno visto, per la prima volta, come primo allenatore di questa nuova Assigeco Piacenza:

1) Si è conclusa la stagione, nonostante il mancato raggiungimento dell'obbiettivo play off auspicato dopo il brillante avvio di campionato. Infortuni a parte, qual è il tuo più grande rammarico? E la tua più grande soddisfazione?

R: Con la partita di sabato scorso al cospetto della capolista, abbiamo concluso la nostra stagione. Io credo che nel complesso sia stata una stagione positiva sotto molti punti di vista, in un campionato durissimo, che ha visto tutte le squadre più accreditate confermare più o meno i loro pronostici della vigilia, eccezion fatta per Forlì che ha avuto una stagione molto difficile al contrario delle aspettative, e di Roseto, che alla fine è stata la vera rivelazione del Campionato.

Noi abbiamo alimentato il sogno play off dopo un grandissimo girone di andata, dove peraltro siamo anche incappati in qualche passo falso doloroso che però è stato compensato da altrettante prestazioni importanti, come la netta vittoria contro la Fortitudo, quella altrettanto netta contro Roseto per non citare quella a Verona: tutte squadre che ci sono arrivate davanti, alla fine.

Purtroppo, però, il campionato di Serie A2 è fatto di 30 partite ed il nostro girone di ritorno è stato avaro di vittorie e di soddisfazioni anche e soprattutto a causa del l'infortunio occorso a Bobby Jones, che probabilmente era l'unico giocatore senza un sostituto di ruolo, basti pensare che il 18enne Dincic che lo ha sostituito e al quale mi lega un grande affetto, lo scorso anno aveva giocato 24 minuti totali in tutta la stagione mentre quest'anno ne ha giocati 15 di media.

L'altro grande rammarico è stato poter contare solo per pochissime partite su Matteo Formenti anch'egli colpito da due gravissimi infortuni che solo un professionista serio come lui avrebbe potuto superare egregiamente. Direi che l'emblema della stagione lo possiamo fotografare con la partita casalinga contro Trieste dove noi, finalmente al completo, abbiamo giocato una qualità di pallacanestro importante per la categoria.

 

2) E' stata la tua prima esperienza da coach su una panchina in un campionato di Serie A2. Da quali colleghi hai preso ispirazione e esempio per il tuo lavoro e perchè?

R: Devo ringraziare Franco e Stefano Curioni per aver pensato a me in un momento storicamente importante di UCC Assigeco; mi sono messo in gioco in un ruolo nuovo, rinunciando ad un incarico importante da responsabile di Settore Giovanile con un mandato molto lungo, perché in quel momento c'era da obbedire e io l'ho fatto senza ripensamenti, cercando di portare prima di tutto la mia persona e la conoscenza dell'ambiente maturata in tanti anni di Assigeco.

Devo fare i complimenti a tutti i dirigenti che si sono adoperati per creare una realtà nuova ed importante agli occhi dell'opinione pubblica italiana, ringraziando in particolare il preciso Coordinatore Generale Vittorio Boselli, la grandissima passione e competenza di Gigi Stecconi, la serietà di Dante Anconetani e di tutti coloro che hanno lavorato dietro le quinte, facendo un lavoro enorme e mettendo in piedi una Società in grado di essere punto di riferimento per i prossimi anni.

Detto questo, negli hanno ho cercato di creare un mio modello prendendo spunto un po' da tutti gli allenatori con cui ho avuto modo di lavorare in 23 anni di carriera ad ogni livello; il bello del mio lavoro è che prima di tutto è una passione e quindi diventa un piacere aggiornarsi e migliorarsi continuamente.

Non posso negare di aver commesso molti errori, in questo mio primo campionato, da capo allenatore e molte cose le rifarei diversamente, ma di questo ne parleremo in camera caritatis con i miei dirigenti quando sarà il momento. Posso intanto dire, però, che non c'è stato un solo allenamento o una sola partita in cui la squadra non abbia dato il massimo, anche e soprattutto nelle difficoltà della quotidianità e questo ci rende orgogliosi al di là del decimo posto finale.

 

3) Hai costruito un'ottima squadra dal punto di vista 'umano': il gruppo si è ben coeso da subito ed i risultati sono arrivati presto. Cosa ti han dato personalmente i ragazzi e cosa tu a loro?

R: Il cercare di firmare persone affidabili è stato uno dei punti chiave del nostro mercato estivo, prima ancora che trovare bravi giocatori. E ci siamo riusciti, direi. Con la squadra c'è stato un ottimo rapporto, con qualche piccolo incidente di percorso occorso però tra uomini 'veri' con lo stesso obbiettivo da èerseguire.

Ci abbiamo messo sempre tutti la faccia e questo non è scontato in un mondo dove spesso è facile scaricare le colpe addosso agli altri o prendersi meriti non propri: noi non lo abbiamo mai fatto. Ho un grande ricordo di tutti i giocatori perché tutti sono stati protagonisti a turno nelle nostre vittorie, dal primo dei senatori all'ultimo dei ragazzini del settore giovanile, che ci hanno dato una grandissima mano per gli allenamenti e che ringrazio ancora di cuore.

Mi sembra solo doverosa una nota di merito, senza voler mancare di rispetto a nessuno, per il Capitano Luca Infante, che alla soglia dei 35 anni e con qualche chilometro nel motore, non ha saltato un allenamento dal 18 agosto all'ultima giornata, dando l'esempio a tutti e disputando, probabilmente, quella che credo sia stata la sua miglior stagione degli ultimi anni: è vero, forse, che gli ho tirato un po' il collo ma era giusto così e mi perdonerà di sicuro...

MARCO ANDREAZZA, COACH UCC ASSIGECO PIACENZA