Coach Dalmonte e la giovane Tezenis: “Vogliamo costruire un progetto”

- Coach Luca Dalmonte, per lei quella che si va ad aprire sarà la seconda stagione alla Tezenis. Un roster fortemente rinnovato, con nessun giocatore nato prima del 1990. Era una cosa che avevate preventivato in fase di mercato?
- Sì, la squadra è nata attraverso un’idea, quella di costruire un anno ‘zero’, per avere due stagioni davanti a noi e cercare di costruire una squadra competitiva per il campionato 2018-19, anno in cui dovrebbero aumentare le squadre promosse in Serie A. Abbiamo ingaggiato giocatori giovani, che possano crescere. Di conseguenza, a cascata, sono state fatte delle scelte, alcune anche molto dolorose in uscita, ma che dovevano rispecchiare quest’idea che avevamo. In entrata devo dire che sono stati ingaggiati molti, se non tutti, dei nostri principali obiettivi. Quest’idea di costruire una squadra giovane è estremamente intrigante ed interessante, ed è stata condivisa tra proprietà, management e staff tecnico. Una cosa che ci fa piacere è che cinque ragazzi, dei 13 nell’orbita del nostro roster, sono nel giro delle Nazionali giovanili: Nwohuocha e Totè in Under 20, Visconti in Under 19, Dieng in Under 18, Guglielmi in Under 16. Tutto ciò mi riempie di un grande senso di responsabilità.

- Nella Tezenis 2017-18 saranno chiamati a fare da ‘chioccia’ alcuni giocatori ancora giovani, ma già esperti di questo campionato, come Matteo Palermo (classe ’91), Marco Maganza (’91) e Mattia Udom (’93), tutti reduci da positive stagioni.
- Abbiamo necessità che loro ricoprano questo ruolo, portando con loro la propria esperienza positiva, aggiungerei anche Phil Greene a loro, visto che già lo scorso anno era in A2 con Tortona. Sono state tutte prime scelte da parte nostra, è giusto cercare giovani competitivi e capaci di fare bene. Occorre lavorare su due binari, secondo me: migliorare i singoli, che sommati vanno a costruire una squadra, e cercare allo stesso modo di perseguire un risultato sportivo positivo. Nostro obiettivo principale per quest’anno sono i playoff, in un campionato dal livello più alto rispetto allo scorso anno, a mio avviso: ma un secondo obiettivo, e più grande, è quello di costruire un gruppo che possa essere competitivo in futuro.

- I vostri due Usa saranno il già citato Phil Greene IV e Jamal Jones, lo scorso anno capocannoniere del campionato finlandese (21.5 punti a gara con il Lapuan Korikobrat), una Lega in crescita negli ultimi anni.
- La Lega finlandese è sicuramente in crescita, ed è un campionato di passaggio per molti americani, che passano di lì per andare in Leghe di livello più alto, come ad esempio la Germania. Jones è un giocatore di grande talento offensivo, capace di crearsi un tiro, dalla giovane età (è un classe 1993). Ha grandi motivazioni per fare bene anche in un torneo più competitivo come la Serie A2, voglio che mantenga il suo modo di giocare, ma all’interno di un sistema. Greene ha mostrato ottime doti a Tortona e già prima nella seconda lega turca, dovrà essere bravo a sposare entrambe le doti che gli chiediamo: solidità e aggressività offensiva.

- Confermati dallo scorso anno Andrea Amato e Leonardo Totè (la Scaligera ha appena rinnovato per due anni il suo prestito da Venezia, ndr), entrambi alla seconda stagione in gialloblù.
- Dovranno sfruttare il fatto che sono i giocatori che conoscono di più il contorno, devono dare il benvenuto ai nuovi. Sarà un anno importante per Amato, è un ’94 e in Italia abbiamo l’abitudine a considerare ancora giovani dei giocatori di 22-23 anni. Penso invece che è a quell’età si diventa uomini. Totè è più giovane (classe ’97) e ricopre un ruolo che richiede una maggiore maturazione: dovrà essere bravo a non essere più considerato solo come il giovane promettente di turno.

- A completare il quadro dei nuovi arrivati altre quattro promesse: Riccardo Visconti, guardia del ’98 da Venezia, Omar Dieng, ala classe 2000 sul quale la società ha fatto un investimento importante (contratto di 3 anni + 2), Iris Ikangi, ala del 1994 da San Severo, e Curtis Nwohuocha, centro classe ‘97 reduce da una stagione a Treviglio. Ce li presenti. 
- Visconti sarà chiamato a dare il suo contributo in campo, sin da subito. Dieng, invece, è un po’ il manifesto di tutto il nostro progetto, è un ragazzo di 17 anni attualmente impegnato negli Europei Under 18. La Tezenis ha costruito un progetto importante su di lui, vivrà un ambientamento tecnico nel mondo dei grandi dopo un’esperienza in un settore giovanile di livello europeo come quello del Barcellona, per poi avere a partire dal prossimo anno un ruolo differente. Ikangi ha forti motivazioni, è un giocatore che ha fatto bene a crescere in Serie B a San Severo, mi aspetto che anche lui aggredisca quest’opportunità. Stessa cosa punto ad avere da Nwohuocha, al secondo anno in A2. In generale, per me, la somma di tutti i giocatori deve produrre quell’energia tale da darci una nostra identità: vorrei che questa venisse costruita nel più breve tempo possibile.

- Che tipo di campionato si va a profilare secondo lei, in particolare nel girone Est? Si possono già individuare squadre favorite e potenziali sorprese?
- I fatti recenti dicono che il girone Est ha una forza diversa. Lo scorso playoff ha detto che il girone Est è stato sicuramente superiore, non è un fatto di opinioni, credo che sarà più competitivo anche quest’anno. Il campionato di A2 credo sia di assoluto e totale equilibrio, con squadre costruite attorno a giocatori importanti: non vorrei esprimere una favorita, mi piace restare concentrato sulla mia squadra. Di certo posso dire che non sarà la mia la squadra favorita, ma sarà molto interessante allenarla.

- Un suo giudizio sul torneo di Serie A2. Secondo lei è un tipo di torneo che può offrire buone opportunità di crescita ai giovani italiani? È un po’ la direzione che avete intrapreso quest’anno…
- Credo sia un’ottima palestra, perché può costruire ragazzi pronti per il salto, con una diffusa buona qualità degli allenatori. Direi che il tipo di percorso che stiamo intraprendendo a Verona va appunto nella direzione di dare maggiore spazio ai giovani. Mi permetto di dire che se volessimo dare più qualità alla Serie A2 bisognerebbe restringere il numero delle squadre: a 32 secondo me, c’è troppa dispersione, con meno squadre si aumenterebbe la qualità. È un’idea soprattutto tecnica la mia, parlo da allenatore e non da dirigente. Oltretutto credo che restringere il numero di squadre partecipanti potrebbe aiutare a ridurre le distanze con la Serie A, anche a livello societario. Anche un allargamento dell’interscambio con la massima serie può produrre miglioramenti per me. Attualmente con un’unica retrocessione in A si punta a sopravvivere, mentre in A2 con una singola promozione c’è un po’ un’arrendevolezza al fato, più che alla forza tecnica. Con un maggiore interscambio ci potrà essere maggiore competizione, con un miglioramento dello spettacolo e della vita stessa delle società.

- Uno sguardo finale alla Nazionale di coach Messina: è la sua prima estate lontano dallo staff azzurro dopo sette anni, come vede il percorso in vista dell’Europeo?
- Auguro tutto il meglio alla Nazionale, sono un grande tifoso dei colori azzurri e li seguirò con reale passione. Sono certo che il maggiore tempo a disposizione di coach Messina per preparare l’Europeo, rispetto alla scorsa estate, possa portare benefici.

 

Guido Cappella
Area Comunicazione LNP