David Brkic: “A Cesena, casa mia, per un progetto ambizioso”

- David Brkic, la scorsa estate è approdato in Serie B nella sua città natale, Cesena. Com’è maturato il suo arrivo ai Tigers?
- Era già da 2-3 anni che ad inizio stagione mi allenavo con loro, prima di firmare con altre squadre in A2, ci conoscevamo già quindi. Lo scorso anno è maturato lo spostamento della Società a Cesena, e quindi mi sono trasferito qui, anche per il fatto di giocare a casa mia.

- Per voi un ottimo girone di andata: 12 vittorie su 15, primo posto nel girone B e qualificazione in Coppa Italia. Quali sono stati i principali punti di forza dei Tigers nelle prime 15 giornate? In cosa pensate di dover maggiormente migliorare?
- Sicuramente siamo una squadra profonda, siamo 9 giocatori di rotazione, anche i più giovani si sono adattati bene al sistema. Credo che possiamo sicuramente migliorare in attacco, ma ogni partita è uno step in avanti per noi, e ad esempio nell’ultima gara contro Padova abbiamo migliorato in fluidità.

- Ci sono state delle gare in questo girone di andata che vi hanno rafforzato particolarmente a livello di squadra?
- Direi le due vittorie ottenute contro l’Urania Milano in rimonta e nella trasferta di Faenza. La prima vittoria arrivò nelle giornate iniziali e ci diede molta fiducia, è stato poi decisamente importante vincere a Faenza, in un derby, in casa di una squadra che fin lì era imbattuta.

-  Com’è l’ambiente a Cesena? Quali sono le ambizioni della Società?
C’è un’atmosfera pacata, rilassata, ma anche molto divertente. Non sentiamo molto la pressione, pur se gli obiettivi li sappiamo dall’inizio dell’anno e sono ambiziosi: vogliamo fare un campionato di vertice e provare a lottare per la promozione. Direi che sta nascendo un bel rapporto anche con la città, che non aveva tradizione di basket maschile di alto livello negli ultimi anni. Molta gente ci sta seguendo al Carisport, impianto di categoria superiore, già dalle prime partite, e questo ci ha sorpreso positivamente.

- Ci parli del suo ruolo in squadra. Com’è giocare con coach Giampaolo Di Lorenzo?
- Per Di Lorenzo sono importanti alcuni concetti: difesa, un’ottima chimica di squadra e muovere la palla. Non mi sto concentrando sulle mie statistiche, ma il mio obiettivo è creare per gli altri, infatti sto servendo tanti assist (2.5 di media, ndr). Vorrei che più giocatori possibili siano coinvolti, perché credo che andando avanti nella stagione, specie nei playoff, ci sarà bisogno del contributo di tutti.

- La prima parte di stagione vi ha visto duellare con un’altra romagnola, Faenza, con il primo posto determinato dallo scontro diretto affrontato e vinto al PalaCattani. Ritiene che altre squadre possano rientrare nella lotta al vertice del vostro girone?
L’Urania Milano è squadra molto attrezzata a livello di roster, ha avuto molti infortuni e ha perso qualche punto in classifica, ma rimane di livello. Ritengo che loro e Faenza possano essere le principali avversarie, pur se ci sono squadre come Orzinuovi e Padova che giocano un basket solido.

- Per voi ora è arrivato l’approdo in Coppa Italia, con il primo posto nel girone B al termine dell’andata. Era un obiettivo che vi eravate posti già ad inizio anno?
Sì, era un obiettivo che ci eravamo prefissati, pur se sapevamo che non sarebbe stato facile. Siamo partiti subito bene in campionato e siamo riusciti a conquistare il primato. Ora ci terremo a far bene.

- Lei quest’anno è approdato in Serie B dopo tanti anni in A2. Che campionato ha trovato?
- È un torneo decisamente combattuto, almeno nel nostro girone. Ad esempio ci sono squadre non di vertice, con tanti giovani, che giocano un basket veloce, di 1 contro 1, tale da metterci in difficoltà. Non a caso abbiamo perso gare con squadre come Desio e Scandiano che sono nelle ultime posizioni del girone. È un campionato equilibrato e difficile.

 

Guido Cappella
Area Comunicazione LNP