Franco Ciani: “La mia nuova Agrigento, giovane e duttile”

- Coach Franco Ciani, sta per iniziare la sua settima stagione sulla panchina della Fortitudo Agrigento. Quest’anno si profila una nuova sfida per voi: squadra rinnovata per sette decimi, con un’età media di 23.4 anni, senza alcuni volti storici per la vostra società come Piazza, De Laurentiis e Chiarastella. Come vi avvicinate alla nuova stagione?
- Sarà una ripartenza, con una forte apertura ai giocatori giovani e il desiderio di costruire un nuovo gruppo dopo che la scorsa stagione aveva chiuso un vecchio ciclo. L’idea era di creare una situazione diversa e stimolante, con la consapevolezza che ogni ripartenza ha le sue difficoltà. Nostro obiettivo di classifica è quello di ottenere la salvezza, mentre a livello tecnico vorremmo lavorare con questi giovani in maniera proficua. Dopo qualche stagione ritorniamo ad essere un laboratorio, non avrò più i miei ‘moschettieri’ con i quali ci capivamo con uno sguardo, ma dovremo ricostruire un nuovo gruppo, con gerarchie differenti.

- In cabina di regia ci saranno due giovanissimi come Ruben Zugno, un ’96 molto cresciuto nella seconda parte della stagione scorsa, e Giuseppe Cuffaro, classe ’98.
- I galloni di titolare Zugno se li è guadagnati con quanto fatto lo scorso anno, quando chiamato in causa, mentre Cuffaro è un giovane che proviene dal nostro vivaio. È chiaro che il ruolo di play potrà essere affidato tatticamente anche ad altri giocatori, capaci di giocare più ruoli, come Pendarvis Williams e Pepe: abbiamo cercato di garantire la duttilità del gruppo, senza schiacciare sotto il peso della pressione i nostri giovani. Zugno ha comunque personalità ed è ragazzo capace di reggere bene il compito.

- Torna ad Agrigento Pendarvis “Penny” Williams, protagonista tre stagioni fa dell’esaltante cavalcata che portò la Fortitudo alla finale promozione con Torino. È in cerca di rilancio dopo due anni non facili.
- Avevamo particolare bisogno di stranieri che avessero qualità morali particolari, e Williams è stata una scelta mirata in questo senso. Siamo orgogliosi che abbia scelto Agrigento per ripartire, deve dimostrare di tornare ad essere uno dei giocatori migliori della A2, come tre stagioni fa, quando condividemmo uno straordinario percorso. È un ragazzo in gamba ed a modo, capace di giocare anche da play: mi aspetto che ‘faccia il Williams’.

- Il secondo Usa è Jalen Cannon, un’ala forte classe ‘93 proveniente dalla seconda lega israeliana. Che tipo di impatto vi aspettate da lui?
- È un giocatore che è un ibrido tra 4 e 5, capace di dare impatto dentro l’area e con grande mestiere nelle battaglie sotto i tabelloni. Da lui abbiamo avuto ottime referenze. Gli anni scorsi avevamo un 5 puro e Chiarastella, quest’anno dovremmo cambiare assetto. Mi aspetto da lui che ci possa dare un contributo in area, ma che possa anche uscire sul perimetro per darci maggiore varietà di soluzioni.

- Il contributo d’esperienza sarà garantito da Marco Evangelisti, alla quarta stagione in Fortitudo, e Paolo Rotondo, lungo siciliano di ritorno ad Agrigento dopo sette anni.
- Per questi giocatori hanno contato l’aspetto motivazionale e il legame affettivo con Agrigento. Marco sarà il leader e il fulcro del nostro gioco, il giocatore che dovrà trasmettere il ruolo di guida ai compagni. Rotondo è un cavallo di ritorno, anche se dopo molti anni (in Fortitudo disputò la stagione 2009-10 in A Dilettanti, ndr); anche lui è un ragazzo che può giocare in più ruoli, con forti motivazioni. Inoltre a livello umano è molto legato alla città e ci siamo incontrati in breve tempo. Saranno i due giocatori che faranno da chioccia al gruppo italiano.

- La panchina è composta esclusivamente da Under 25: i nuovi arrivi sono Simone Pepe, Matteo Ambrosin, Isacco Lovisotto e Tommaso Guariglia. Ce li presenti.
- Credo che ci sarà un impatto diverso per ognuno di loro, anche per il differente bagaglio di esperienza che presentano. Quanto si punta su un gruppo giovane, anche se con qualità, si deve tenere conto di questo. Ambrosin, una guardia-ala del ’97 di scuola Reyer Venezia, è stato promosso in Serie B con Jesolo e ha vinto il tour italiano di 3x3, ha talento, qualità e fisicità. Lovisotto, lungo classe ’98, è un vice campione d’Italia con Trento, e ha già assaggiato situazioni importanti, soprattutto in allenamento. Quest’anno sarà chiamato a esprimersi maggiormente anche in campo. Guariglia, ala forte 20enne, è il più esperto dei nuovi Under, ha avuto un minutaggio importante a Reggio Calabria e partirà avvantaggiato per questo. Infine Pepe, che a Pescara è stato il miglior realizzatore della B, sarà il nostro guastatore; può riscoprirsi in due ruoli, anche da play. Credo che potrà dare un contributo importante, viste le sue ottime qualità. In generale avranno un’ottima opportunità di affermarsi e mi aspetto grandi motivazioni per tutti loro.

- Che tipo di campionato si aspetta, in particolare nel girone Ovest? Secondo lei vi sono differenze nel livello medio con il raggruppamento Est?
- Alcuni roster devono ancora essere completati e le situazioni potranno quindi modificarsi. Allo stato attuale delle cose credo che il girone Ovest sia molto equilibrato, con Eurobasket Roma, Siena, Biella e Trapani che al momento hanno qualcosa in più delle altre. Sarà un girone con tante sorprese, elettrizzante, con molte variabili, come del resto già avvenuto negli ultimi anni. A Est le squadre più attrezzate, come Fortitudo Bologna, Verona, Treviso e Trieste, hanno grandi mezzi e ambizioni. La parte alta della classifica a Est è di alto livello e questo ha innalzato il livello generale di quel raggruppamento. In generale credo che sarà una bella Serie A2, con tanti motivi di interesse.

-  Qual è la sua opinione sul torneo di A2? Pensa che ci sia una tendenza a costruire gruppi molto giovani da parte di alcune squadre, come voi e Verona ad esempio, che puntano quindi sulla crescita dei ragazzi italiani negli anni? Crede che la A2 sia un torneo formativo per la crescita dei giovani?
- Credo che il campionato di A2 sia formativo per i giovani, e che questi negli anni abbiano in generale trovato spazio, potendo così crescere. Noi ad Agrigento già in passato abbiamo avuto una particolare sensibilità per i giovani, anche se mai in maniera così numericamente massiccia come quest’anno. Lo sforzo delle società di dare spazio ai ragazzi Under è sicuramente ripagato dai premi federali, che danno un contributo. Credo però che la molla principale, che sta scattando, è quella che inserendo ragazzi di qualità, questi possano crescere e dare un reale contributo alle rispettive squadre. Questo soprattutto in un panorama di mercato non facilissimo. Ritengo che oggi quelle società che vogliono programmare un ciclo debbano inserire giovani, per una crescita comune.

- Lei è sulla panchina della Fortitudo Agrigento dal 2011. Ormai è un agrigentino acquisito… Quali sono stati i principali motivi che hanno permesso di mantenere questo legame nel tempo tra lei e la società?
- Ogni anno in questa società abbiamo avuto la capacità di trovare nuovi stimoli e idee con i quali confrontarci e lavorare, in sintonia con il presidente Salvatore Moncada e il general manager Christian Mayer. Tutto questo in una situazione di continuità. Abbiamo sempre fatto bene e individuato in anticipo le difficoltà, rinnovandoci in ogni sfida, con le stesse motivazioni e la capacità di trovare la strada giusta. Il rapporto con lo staff è ottimo e ormai lavoro in una realtà che è casa mia. Ci conosciamo bene e abbiamo consolidato un gruppo nel tempo. Direi che questi sono i principali motivi per capire questo legame congiunto che sta andando avanti dal 2011. 

 

Guido Cappella
Area Comunicazione LNP