L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL RISPETTO…

campli basket

La domenica delle Palme è passata, trascorsa anche attraverso il derby tra Teramo Basket 1960 e Campli Basket 1957. Derby andato ai cugini teramani, non tanto per la differenza di roster messa in campo, più per l’evolversi di un paio di eventi durante la partita che alla sirena, ha preso la via dei padroni casa. È finita 74-66, con i ragazzi di coach Tarquini sempre in partita e per buona parte del match anche con la testa ben sopra il pelo dell’acqua. Partita maschia in campo come da buon derby, ma soprattutto un buon antipasto play out, che lascia intendere che la salvezza teramana non è poi così tanto scontata, all’indomani dei mille proclami e messaggi di complimenti e ringraziamento ai cugini per la vittoria contro la Malloni nella 28esima giornata, sì forse un gambetto gentile, ma di solito i favori chiedono un pegno. Partita giocata sul fil del risultato come detto, ma che si è incanalata per i teramani solo per una maggiore precisione dalla linea dei tre punti, anche perché a 40 secondi dalla fine, Canelo fa un regalo alla piazza infilando un due su due ai liberi segnando il +7. Ma un attimo dopo in 8 secondi Teramo ha concesso un tiro facilissimo da 3 punti a Giacomo Scortica che la mette. Situazione da meditare, in una gara play out con il pepe al culo!

Detto della partita, per chi qualche derby l’ha visto, salta all’occhio più che il gioco, il colpo d’occhio che danno le tifoserie sugli spalti. Farnesi presenti più che in altre occasioni, in questa, il tifo era affidato a una giovanissima è dir poco, curva, che nonostante tutto, i cori li sapeva tutti, anzi piccolo siparietto con gli agenti, che privavano i ragazzi di un tamburo, perché con due si stava facendo troppo casino… mah! Forse sembravamo troppo competitivi anche con il tifo.

Dal lato opposto; ormai abituati con grande ripianto e facendo buon viso a cattivo gioco; dalla caduta di quella che era la Teramo Basket; alla voragine non solo fisica, ma anche spirituale, lasciata dall’Inferno Biancorosso il gruppo storico del Basket teramano, lì c’erano dei tifosi! La Curva Carmine Verni! Pensare che chi scrive, il 24 marzo 2013 al PalaSkà c’era… Il 24 marzo quando la Penta Teramo (che poi si trasformerà in quella che adesso è Basket Teramo 1960) e il Campli Basket si sfidavano nell’ennesima stracittadina, però con un vuoto incolmabile anche per gli avversari: quel seggiolino vuoto sul secondo gradone che tanti derby aveva visto e tante battaglie a suon di cori e incitamenti aveva sorretto! Carmine, uomo e tifoso geniale, passionale, rappresenta insieme a figure farnesi come Alfonso, che non ci sono più, quel modo di vivere i derby all’insegna degli sfottò e del rispondersi sugli spalti, ma pronti a farsi due chiacchere con un sorriso sulla partita appena si incrociavano in giro. Quei fiori poggiati dai due capitani, quei cori all’unisono per più di metà derby, quel volersi sfidare a chi dava più spettacolo sugli spalti… quel Rispetto di due tifoserie “nemiche amiche”, che credono nel Basket e sanno il valore e la storia dei propri cori… troppo pesante ad oggi per alcuni. La Storia la fanno anche le persone “normali”, in piedi su un seggiolino di una curva!