La ricetta di Messina per la A2: "Allenatore, 2-3 italiani importanti, ticketing"

- Ettore Messina, spettatore di gara2 di finale playoff al PalaDozza, ma non solo. E allora che opinione si è fatto di questa stagione di Serie A2?
“Una stagione bellissima, per la quale tutti gli attori protagonisti meritano un complimento. Ho visto diverse partite, non solo quelle di finale. Ed ho visto un basket che mi ha riportato agli Anni ’70, nel senso migliore del termine. Ho visto allenatori allenare e con un ruolo di riferimento per i Club. Ho visto squadre, tutte con nuclei italiani importanti. Ho visto anche sperimentare. Ho percepito il clima di pallacanestro, nel senso più puro del termine”.

- E’ salita la Virtus Bologna, con meriti evidenti.
“Lo raccontano la finale vinta 3-0, la vittoria in Coppa Italia, un playoff da imbattuta in trasferta. E quando c’è stata un po’ di buriana, sono rimasti insieme. Con grandi meriti, in questo, da ascrivere ad Alberto Bucci”.

- Ma c’è stata anche Trieste, finalista a sorpresa ma non troppo.
“Squadra eccellente, ben allenata, cresciuta durante la stagione. Disciplinata, tutti sapevano cosa fare. E con giocatori di riconosciuta leadership, come Cavaliero. Mi piace evidenziare come sia Trieste che la Virtus si siano giovate della spinta di un grande pubblico alle spalle, tutti con la maglietta uguale, bellissimo”.

- Dalla Serie A2 alla Serie A, cosa cambia?
“Il vero gap è l’atletismo. La Serie A2 è un’ottima scuola di basket. La Serie A ti richiede di elevare le tue qualità ad un livello atletico e di contatti superiore”.

- Dalla Serie A2 in A è salito Leonardo Candi. Che si è meritato l’attenzione nel gruppone azzurro.
“Va a Reggio Emilia, la sua sfida sarà adattarsi a quel livello”.

- Davide Moretti, miglior Under dell'anno, anche lui tra i nomi che si sono meritati una nomination azzurra. Per il suo futuro ha invece scelto la via della NCAA, a Texas Tech.
“Prima cosa: grande scelta di vita, esperienza preziosa, che lo formerà. Di grande coinvolgimento”.

- E sul campo?
“Il college basket è tatticamente più semplice del nostro e quindi all’inizio gli sembrerà di fare un passo indietro sul piano dell’apprendimento. In realtà non è così: lo attende un lavoro di grande cura dei dettagli e di rapidità di esecuzione, 1-2 secondi in meno di ciò che è abituato a fare. A Texas Tech c'è un buon programma di basket”.

- Lei gli Under azzurri li portava a sfidare i College, tempo fa.
“Negli Anni ’90, incontrando College piccoli, ma utili per noi. Nei primi 4-5 giorni di lavoro non ci facevano passare la metà campo. Atletismo e pressing. Da questo punto di vista l’NCAA allena di più a misurare il proprio gap atletico e fisico”.

- Quali diversità, se ci sono, tra il ruolo dell’allenatore in Serie A2, con un roster prevalentemente italiano, ed in A, con un roster prevalentemente straniero?
“Non mi piacciono gli estremismi. Dico: abbiamo due bei campionati. La Serie A ha visto una finale tra Venezia e Trento, e Milano non vincere il campionato. La Serie A2 ci ha offerto una stagione ricca di spunti, con tanti buoni allenatori. Questa A2 è funzionale alla Serie A, non vediamola in contrapposizione”.

- Se Ettore Messina fosse un allenatore di Serie A2, cosa direbbe a giocatori italiani e stranieri per convincerli a giocare nella sua squadra?
“Che siamo come in un College, uno di quelli che partecipa ad una Conference di livello molto buono”.

- Tra due anni arriveranno le tre promozioni dalla A2 in A.  Un buon tempo offerto ad un Club che volesse programmare il salto: secondo lei su quali tre pietre miliari dovrebbe costruirlo?
“Allenatore. Nucleo base fatto da 2-3 italiani di riferimento. Ticketing. Lo abbiamo visto applicato nei Club che hanno fatto la finale di Serie A,come di A2. Ma aggiungo anche Fortitudo e Ravenna. Per me, si passa da qui”.

 

Stefano Valenti
Area Comunicazione LNP