Stings: l’analisi post Ferrara di capitan Gergati

Dopo le dichiarazioni a caldo nel post partita con Ferrara in cui aveva parlato di “vergogna”, è più fredda e lucida l’analisi del capitano Lorenzo Gergati sul momento-no degli Stings. Quattro ko in altrettante parite sono duri da digerire ma non si può fare altro che lavorare sodo e guardare avanti: “devo ammettere che quello dopo la partita è stato un giorno difficile perché mi sono davvero vergognato, così come ho detto dopo la partita. Però quando poi il martedì rientri in palestra con i tuoi compagni già vedi oltre e provi a guardare al futuro, cercando di capire ciò che va, ciò che non va e dove bisogna migliorare. Ora – ha sentenziato il capitano biancorosso – bisogna vincere. Che sia di un punto, di due, di cinque. Dobbiamo farlo a qualsiasi costo e in qualsiasi modo. In settimana lavoriamo con uno spirito buono ma l’unica ricetta, ora, è la vittoria”.
Il numero 31 degli Stings sa bene che non sarà facile, anche alla luce delle difficoltà palesate nelle prime uscite di campionato: “Quando inizi a perdere vuol dire che mancano tante cose, perché non si vincono e non si perdono così tante partite di fila per caso. Sicuramente bisogna lavorare su ogni aspetto del gioco, ma soprattutto sulla mentalità e sulla continuità. Sono questi gli aspetti fondamentali su cui questa squadra, in questo momento, deve migliorare. Se non ci metti qualcosa di tuo che copre quello che manca in difesa o in attacco non ce la fai a vincere”.
Chiusura dedicata ad uno sguardo su un campionato che si sta dimostrando sempre più aperto ed equilibrato: “Tutti continuano a vincere e perdere. Questo vuol dire che puoi andare a Chieti o Bologna e fare risultato ma anche che puoi perdere in casa con Imola o Recanati. Ogni partita è una partita a sé, ogni partita la si può vincere sia fra le mura amiche che in trasferta. In questo momento non possiamo permetterci di guardare chi è primo o chi è ultimo. Dobbiamo concentrarci esclusivamente su noi stessi per cercare di portare a casa una vittoria”.