Tezenis, Dalmonte: «Brutti, sporchi e cattivi. Avanti così»

Di seguito le dichiarazioni di Luca Dalmonte, allenatore della Tezenis Verona, domenica sera all’Agsm Forum dopo la vittoria (67-65) contro la Kontatto Fortitudo Bologna: «Tempo fa dissi che per la tipologia di squadra che siamo dovevamo avvicinarci molto ad un’idea di “brutti, sporchi e cattivi”. Oggi quell’idea si è concretizzata. Brutti perché per merito della difesa della Fortitudo abbiamo giocato una pallacanestro oggettivamente non lineare e nemmeno armonica. Sporchi perché in qualche possesso siamo effettivamente riusciti a sporcarci le mani. Cattivi perché come forza mentale siamo rimasti lucidi sulla partita tanto che la fotografia è l’attacco pick and pop fra Frazier e Brkic per il tiro aperto di David che da “meno uno” ci ha portato a “più due” per quello che a livello emotivo è stato il canestro della partita perché da lì abbiamo preso coraggio e ricacciato subito dietro la Fortitudo dopo che si era portata avanti. La Fortitudo ha avuto il merito di inquinarci tutti gli attacchi giocando una difesa di grandissima aggressività che ci ha creato problemi di esecuzione, ci ha portato come ci aspettavamo fuori dai binari e costretto a possessi farraginosi con tiri anche fuori dai 24” a disposizione. In più la Fortitudo ha anche giocato, oggettivamente a sorpresa, una difesa tattica perché il triangolo più due contro i due terminali perimetrali ci ha sicuramente colto di sorpresa anche se siamo riusciti, malgrado tutto, a produrre offensivamente e soprattutto questo non ci ha impedito di produrre una difesa che aveva sempre un’idea vera. Abbiamo commesso tre-quattro errori ma nell’arco dei 40′ ci può stare, in generale quando abbiamo incontrato delle difficoltà in attacco alla difesa abbiamo saputo attaccarci. Una difesa di questo tipo ce l’aspettavamo, ma abbiamo avuto la forza mentale per affrontarla. Questo poi è uno sport “bastardo”, perché un pallone che entra e che esce determina una sostanziale differenza nel commento. In realtà però la nostra forza mentale è stata quella di una presenza in più, eccetto gli ultimi possessi. Perché con un fallo a disposizione senza bonus abbiamo concesso un tiro rapido da tre senza accoppiarci e gratuitamente uno da due di Ruzzier. Tutti insegnamenti che ora viviamo col sorriso, ma che sicuramente non possiamo più permetterci di ripetere. Siamo stati brutti, sporchi, cattivi ma anche con gli attributi. Voglio aggiungere che i 4.685 spettatori per noi e per il momento che stiamo vivendo, considerato che la presenza di tifosi della Fortitudo è stata massiccia ma non più di 5-600 persone e quindi quattromila erano nostri tifosi, sono un orgoglio. Sarà stata anche una domenica senza calcio per Verona, ma probabilmente dopo Treviso qualche curiosità l’abbiamo destata. La squadra ne deve essere orgogliosa. Noi dobbiamo ora avere la consapevolezza di poter essere competitivi a certe condizioni, ma se ne viene a mancare anche una sola diventiamo debolissimi. Dobbiamo centrare un obiettivo grosso, ma lo vogliamo costruire partita dopo partita. Sopra le nuvole ci arrivano in pochi e poi là in alto c’è il rischio di perdersi. Camminiamo nel sentiero che ci deve portare al nostro obiettivo, quando l’avremo raggiunto faremo un sospiro.
Non sono capace di fare proclami, sono un tipo più da palestra. Un concreto, un pragmatico. E poi perché dovrei lasciarmi trasportare dall’emotività? Due partite su trenta sono niente. Quindi restiamo sereni e tranquilli. Abbiamo dato di più perché stimolati dal blasone di Treviso e Fortitudo? Mi auguro che al di là del nome e della storia, incancellabile e ben scolpita nei ricordi di Treviso e Fortitudo, c’era la necessità di fare due prestazioni di questo tipo. Mi auguro ora si vada oltre. Il blasone non gioca, non difende e non fa canestro. Dobbiamo andare oltre. Ricordiamoci che Piacenza, il nostro avversario di sabato, è davanti a noi ed ha pure vinto all’andata. Mi sembrano due motivazioni sufficienti per restare umili ed affrontare la partita nel modo giusto».

Ufficio Stampa Scaligera Basket Verona