Virtus Segafredo a Udine senza Ndoja

Alessandro Ramagli, a poche ore dalla partenza per Udine, analizza l’avversario che lo attende al palasport di Cividale. Rispetto assoluto per una squadra costruita con intelligenza.

“Hanno dieci senior, di cui uno a rotazione resta fuori, è dunque sono squadra esperta, con giocatori che conoscono questo campionato e quello di categoria superiore, e molto solida difensivamente. In fase d’attacco hanno giocatori importanti, soprattutto la loro guardia titolare, Allan Ray, e poi un supporting cast di giocatori che sanno essere a disposizione”.

La Virtus Segafredo che affronterà la sfida ha ancora problemi di infermeria da risolvere.

“Siamo con un uomo in meno, perchè Ndoja non giocherà, e verificheremo prima della partita le condizioni di Spizzichini, e poi decideremo. Klaudio sta ancora combattendo contro la distorsione alla caviglia che ha richiesto tempi più lunghi del previsto per delle complicazioni che non si sono ancora risolte, se non altro dal punto di vista del dolore. Dal punto di vista clinico la guarigione sta andando avanti bene, ma dal punto di vista dell’impiego del giocatore ancora non siamo al punto di poterlo utilizzare in campo. Giovedì abbiamo verificato la risposta della sua caviglia e purtroppo non è stata buona. Ieri si è fermato e domani non sarà della partita. Gli altri stanno bene, e dovremo trovare la capacità di distribuire tra loro energia, responsabilità e anche falli”.

Una pausa di campionato ha sempre estimatori e denigratori. Ecco come la pensa il coach bianconero.

“Con la pausa si è interrotto un flusso che andava avanti dal 2 ottobre, è normale che si debba ritrovare quel feeling per quanto riguarda la questione agonistica. Però adesso si gioca, adesso pensiamo a vincere domani sera. Poi penseremo alla domenica successiva, e così via di volta in volta. Io credo che la sconfitta di Ferrara sia stata assorbita meglio di quella con Ravenna. Con Ravenna non siamo stati competitivi, e questo ci ha scosso. A Ferrara la partita l’abbiamo fatta eccome, e il problema è stato farsi passare l’incazzatura, non ci sono state conseguenze emotive”.

Il pericolo, domani, viene soprattutto dall’ex. Inutile nascondere che Allan Ray sia considerato l’ostacolo più alto da superare.

“Le stelle, e lui lo è, si limitano in cinque e non da soli. La regola è quella di provare a sporcare il gioco di un giocatore che non solo sa fare punti per sé, ma sa innescare anche i compagni. Lasciargli fare 40 punti sperando che gli altri se ne stiano quieti non mi pare una scelta intelligente, bisogna lavorare come squadra. E ripeto, un giocatore con quel talento non si limita da solo, ci vuole il coinvolgimento di tutti quanti. Bisogna lavorare di squadra contro tutti, con un’attenzione particolare ai punti di forza degli avversari, non lasciarli sgorgare liberamente. Credo che quando gioca uno come Higuain nessuno lo ignori, gli avversari cercano sempre di fare qualcosa di buono su di lui”.