Fabrizio Frates, uno studente all'Aurora Desio: "In palestra, a fermare il tempo"

Fabrizio Frates, nuovo allenatore dell’Aurora Desio.

“La logica della scelta? Un progetto serio, societario e di pallacanestro. Tra gente che conosco, che mi ha cercato con entusiasmo, mi ha voluto con forza e mi ha aspettato”.

- Per capire se avrebbe preferito allenare una Serie A o una Serie A2?

“E’ esattamente il contrario: hanno aspettato che mi convincessi ad accettare una Serie B, dove non ho mai allenato. Non conosco il campionato, gli allenatori, i giocatori. Sono lo studente Fabrizio Frates”.

- Fabrizio Frates che torna all’Aurora Desio, 34 anni dopo.

“Stagione 1983, io a 24 anni vice di Franco Morini”.

- Fabrizio Frates nuovo allenatore dell’Aurora Desio. Serie B, dunque.

“Sono un allenatore, mi piace allenare. Allenare per me vuol dire chiudermi in palestra e viverla. Se poi ci sono giovani da fare crescere, meglio. E ci vado in Vespa”.

- Sarà solo questo, nell’ambito dei due anni di accordo?

“Ovviamente no: darò una mano in qualunque settore me lo chiederanno. Sono uno studente, ma da veterano di pallacanestro. Uno che ha avuto la fortuna di vivere una certa pallacanestro. E che senza ipocrisie può valutare le difficoltà dell’oggi”.

- Da dove inizierà, coi ragazzi?

“Proprio da qui: una volta venivano in palestra per fare i professionisti. Con me ricordo i Mian, Pecile, Boscagin, Mordente, quelli di Reggio Emilia in generale. I ragazzi di oggi invece devono studiare, perché le risorse per portarli in palestra due volte al giorno non ci sono”.

- Come dire loro: “Il basket non sarà tutto. Ma può essere molto”

“I tempi hanno cambiato il modo di approcciare lo sport da parte dei ragazzi. Sono cambiati, ma rifiuto il luogo comune che “non hanno voglia”. E ne ho avuto testimonianza recente. L’importante è che abbiano ciò che resta fondamentale: la passione”.

- Devono cambiare di conseguenza anche gli allenatori?

“Dobbiamo saperci porre in un modo diverso. Perché fuori il tempo va ad una velocità supersonica. Ma per sviluppare tecnica, fisico e talento serve pazienza”.

- La palestra come un luogo dove il tempo torna a fermarsi, insomma.

“Simile. Un luogo dove le cose, per maturare, hanno bisogno dei loro tempi. Non si diventa giocatori di basket con un WhatsApp. Fuori si corre, e non possiamo farci nulla. In palestra, per emergere, servono passione e pazienza. Io per primo. Sedimentare, giorno dopo giorno”.

- C’è l’idea di un ritorno di Desio a più alto livello, con l’arrivo di Frates?

“Servono le risorse. Nel frattempo Desio resta un luogo di basket e lo si capisce entrando nella palestra di via Aldo Moro. Cercheremo di accrescere ancora di più l’attaccamento della gente sviluppando il talento che c’è in uno dei migliori settori giovanili della Lombardia. Alcuni sono bravi ma davvero piccolini, li aspetteremo”.

- Prima, due settimane a Tokio ad istruire gli allenatori giapponesi.

“Ho ricevuto. con grande piacere l’invito dalla Fiba, nell’ambito del progetto legato alle Olimpiadi di Tokio del 2020. Non partecipano al torneo di basket dal 1976, ora ci saranno in quanto organizzatori e mettono a confronto i loro allenatori in clinic con tecnici provenienti da tutto il mondo. Con me c’è un greco, Vangelis Angelou, che fu vice di Ivkovic alla Dynamo Mosca ed all’Efes e di Yannakis al Maroussi”.

- Quando inizierà ufficialmente il suo compito con l’Aurora Desio?

“Salendo sull’aereo con i video del campionato di Serie B”.

 

Stefano Valenti

Area Comunicazione LNP