Il presidente LNP Pietro Basciano su stop dei campionati e ipotesi ripresa attività

 

Presidente Pietro Basciano, partiamo dallo sport che, lo ha deciso il CONI ieri, si ferma.

“Non vi erano altre soluzioni. Il contesto attuale non permette di andare oltre”.

Ieri si è tenuto il Consiglio Federale Straordinario della FIP, cui è stato invitato ad essere presente e relazionare sulla situazione della realtà di LNP.

“In Consiglio Federale abbiamo espresso le richieste dei Club di Serie A2 e Serie B. Quindi proposto di sospendere fino al 3 aprile i campionati e valutare, in accordo con il Settore Agonistico nelle prossime 2-3 settimane, l’evolversi della situazione. Si è anche discusso della necessità di modificare le DOA, visto il contesto attuale. Chiaramente abbiamo anche espresso le difficoltà di carattere tecnico-economico nelle quali i nostri Club stanno operando. E chiesto un forte intervento da parte della FIP verso gli organi preposti”.

Che ambiente c’era all’interno del Consiglio?

“Costruttivo da parte di tutti. Consapevolezza che il momento non è semplice e che nessuno di noi oggi ha la soluzione nel cassetto, visto il continuo evolversi della situazione. Ma c’è grande voglia di dare supporto e guardare in modo positivo avanti, nonostante tutto”.

Il presidente federale Gianni Petrucci ha chiesto alle Leghe collaborazione per analizzare, studiare ed essere pronti ad applicare piani per una possibile ripartenza, garantendo la conclusione dei campionati.

“La LNP è in stretto contatto con il Settore Agonistico. In accordo con il Direttivo di LNP, e sentiti i Club di A2 e B, nelle prossime settimane valuteremo varie opzioni da sottoporre che garantiscano la conclusione dei campionati”.

Quali sono le criticità del mondo LNP?

“Quello di essere una realtà che racchiude al suo interno 91 Società e che di conseguenza, in una situazione di normale attività, vede la disputa di 45 gare in un weekend. Dal 25 febbraio, data del primo messaggio di sospensione dei campionati decisa dalla FIP, i nostri uffici hanno lavorato ininterrottamente nel ruolo di coordinamento tra le esigenze delle Società ed il rapporto costante con i vertici della FIP ed il Settore Agonistico. In uno scenario che ogni giorno mutava, non era mai lo stesso del giorno precedente. Per noi come per le Società. Che stanno sostenendo sacrifici enormi ed alle quali, in questo momento, vengono a mancare le certezze di una programmazione, pure fosse la più virtuosa”.

Questo guardando alle squadre, che però non sono le uniche componenti del gioco.

“E’ la realtà. In questi giorni abbiamo avuto un ottimo rapporto anche con il CIA. Perché le problematiche non riguardavano solo le squadre: che magari provenivano da zone geografiche senza restrizioni, ma lo era per gli arbitri. Oppure gli ufficiali di campo. Ed il problema delle liste ricadeva sulle partite”.

Cosa si sente di dire ai Club che rappresenta, non potendo interagire con tutti?

“Intanto che ringrazio le Società ed i loro dirigenti per la grande collaborazione, che è stata prestata nella maggioranza dei casi. Così come ci rendevamo conto che le soluzioni che in tanti hanno espresso erano inevitabilmente figlie della situazione che vivevano, tra nord, centro, sud ed isole. Si è creato un contesto anomalo, in una vicenda senza precedenti. Ciò che posso garantire è che, con il segretario generale Massimo Faraoni e tutto lo staff, abbiamo cercato di ascoltare tutti. In una situazione in cui tutti chiedevano risposte e soluzioni, ma in un contesto in cui il Governo ha emesso quasi ogni giorno un Decreto o variazioni al Decreto. Cui ci siamo dovuti attenere modificando, in tempo reale con la FIP, gli scenari di ciò che era possibile fare, a partire dai viaggi. Fino ad una certa data Lombardia, Veneto e Piemonte vivevano una realtà, che non era quella di Toscana, Lazio e Campania. E geograficamente parlando noi andiamo da Borgosesia a Palermo”.

La domanda di oggi è: quando si ripartirà e come?

“La prima scadenza è il 3 aprile, fissata da CONI e FIP. Non mi sento di dire per tornare in campo, ma come data nella quale il Governo confida di vedere contenuta l’emergenza, valutando l’efficacia delle misure intraprese. Se lo scenario sarà questo, come tutti ci auguriamo, è ipotizzabile pensare ad una ripresa dell’attività nel giro di una settimana-dieci giorni, per dare tempo alle Società di calarsi nuovamente in un clima agonistico. Ma la prudenza è più che d’obbligo”.

Di conseguenza le ipotesi di calendarizzazione, tentando di salvaguardare la validità della stagione.

“Questo è l’obiettivo di tutti. Prima cosa, cercare di capire quante date resterebbero a disposizione e conseguente possibilità di allungare la stagione nel mese di giugno, oltre le date già fissate, se le Società daranno disponibilità. E da lì capire se le formule di Serie A2 e Serie B possono essere salvaguardate: integralmente, parzialmente, o con necessarie revisioni. Qualunque scenario oggi non può essere realistico. Tutti hanno una soluzione, ma in realtà nessuna di queste può risultare quella giusta finché non sapremo quando l’attività potrà riprendere. Unica certezza è che si cercherà il più possibile di salvare la stagione, nel rispetto di ciò che finora ha espresso sul piano sportivo e degli investimenti già fatti dai Club”.