Final Four Coppa Italia LNP Old Wild West 2023 - Travel Kit

Cantù e la sua storia
Città di circa 40.000 abitanti, Cantù si estende su una superficie di poco superiore ai 23 kmq, nella parte Nord della Brianza. Il Comune è formato da diversi agglomerati urbani, al centro cittadino fanno da corona, infatti, numerose frazioni e località: Asnago, Cascina Amata, Fecchio, Mirabello e Vighizzolo. Cantù, seconda città della Provincia di Como, costituisce uno dei poli più importanti, insieme alla vicina Mariano Comense, attorno ai quali si sviluppa la Brianza Occidentale, un’importante area economica caratterizzata dalla presenza di migliaia di imprese artigiane che formano il famosissimo Distretto del Mobile.

La magnifica posizione di Cantù è dovuta anche alla peculiare esposizione alla luce, di cui gode per essere posta ai piedi delle Prealpi, essendo la città adagiata su una cerchia di colline. Un’altra caratteristica di Cantù è quella di essere circondata da notevoli aree boschive e da brughiere, che hanno di fatto garantito alla città una situazione di salubrità e di purezza dell’aria.

Fu sicuramente Vicus romano, come testimoniano numerosi reperti archeologici, ma si affaccia alla storia solo nel secolo XI con Ariberto da Intimiano, Arcivescovo di Milano, a cui si deve nel 1007 la riedificazione e la consacrazione della Basilica di Galliano.

Cantù, il cui nome è sempre stato Canturio fino al secolo XV (da tradizione celtica), fece parte del Contrado della Martesana e partecipò attivamente, a fianco di Milano, alla decennale lotta contro Como nel secolo XII, subendo una grave sconfitta nel 1124. In seguito dovette affrontare Federico Barbarossa e, finalmente con l’aiuto di Como, riuscì a respingere l’invasore nel 1160. Dopo la caduta di Milano, ospitò l’arcivescovo Enrico Sertala e i nobili milanesi scacciati dal popolo e partecipò, insieme con i Visconti, alle guerre contro i Torriani nel secolo XIII.

Nel Cinquecento perde il suo aspetto strategico a favore di un'operosità nel contesto di un vasto comprensorio: si hanno notizie della produzione artigianale dei chiodi e del pizzo a tombolo. Nella prima metà dell'Ottocento incomincia la produzione artistica del mobile. Anche il castello, ricostruito e rimasto nelle mani dei Pietrasanta fino al XVIII secolo, perde il suo profilo militare diventando un palazzo di "piacere", ospitando importanti famiglie milanesi, artisti e poeti come Domenico Cimarosa e Giuseppe Parini.

Cantù e l’eccellenza del mobile
Cantù è la città del mobile e dell’arredamento, lavorato nelle botteghe artigiane da abili “legnamè”, ma anche dell’arte e del Design. Ancora oggi la lavorazione del mobile a Cantù è una delle attività preminenti dell’economia della città, tanto che nel corso degli anni sono sorti una serie di enti che operano sul territorio tesi a valorizzare il mobile d’artigianato e a difendere la produzione canturina caratterizzata da un’alta qualità tecnica, stilistica ed estetica sul mercato internazionale. Ogni anno viene organizzata a Cantù La Festa del Legno, rassegna autunnale che vede l’apertura delle botteghe artigiane e una serie di manifestazioni dedicati alla lavorazione del legno e del mobile.

Il merletto canturino
Una lunga tradizione vuole che l’antica arte del merletto al tombolo a fuselli sia stata introdotta in Cantù dalle Monache Benedettine di Cluny.

Nella sua monografia su “Cantù nella storia del pizzo” (Como, 1988) Salvatore Dell’Oca pubblica la riproduzione di un polsino in “punto tela” databile verso la fine del ‘600, già nella chiesa di San Teodoro. Alcuni documenti conservati nell’Archivio della Diocesi di Milano provano l’esistenza in Cantù, presso i Monasteri di Sant’Ambrogio e Santa Maria alla data del 1688 di due educandati. Possibile che alle allieve fosse impartito l’insegnamento delle tecniche del pizzo.

Questi e altri documenti provano l’esistenza in Cantù di antiche tradizioni dell’arte del merletto, che ha avuto poi notevole sviluppo nelle manifatture di fine ‘700 e del secolo scorso, ma lo stato delle fonti anteriori al secolo XVII non è quello che si vorrebbe e nulla di certo può essere detto a tale proposito.

L’attività lavorativa del merletto, di riconosciuta pregevole fattura esecutiva e qualità estetica, ha occupato intere generazioni di donne costituendo un’integrazione al reddito familiare.

www.cantu.it/
www.comune.cantu.co.it/
www.in-lombardia.it/
www.lakecomotourism.it/
www.lakecomo.is/
www.comoeilsuolago.it/
www.eccolecco.it/

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Busto Arsizio sede di gioco della Coppa Italia LNP
Tutti gli incontri della Final Four di Coppa Italia si disputeranno all’E-Work Arena della vicina Busto Arsizio. Le due città distano circa 30 chilometri l’una dall’altra.

Inaugurato a fine 1997, il palazzetto di Busto ospita le partite casalinghe della società di pallavolo femminile UYBA Volley, che milita in Serie A1. L'impianto è una delle quattro sedi che hanno ospitato il campionato europeo di pallavolo femminile 2011, organizzato congiuntamente da Italia e Serbia. La struttura è dedicata a Maria Piantanida, pioniera dello sport bustocco. Il palazzetto si trova in Viale Garibaldi a Busto Arsizio.

Come raggiungere l’E-Work Arena
In auto: autostrada A8 Milano/Laghi. Uscire a Busto Arsizio, seguire indicazioni per il centro fino a quando non si incontrano i cartelli per il palazzetto.

In treno: dalla stazione FS di Busto prendere i bus  3 o 33, fermata Largo Kennedy.

In aereo: l'aeroporto più vicino è quello di Milano Malpensa.

www.comune.bustoarsizio.va.it
www.volleybusto.com/e-work-arena.php