Coach Daniele Rubini e il primato sorprendente di Padova: “Ora non cambia nulla, continuiamo così”

- Coach Daniele Rubini, un grande inizio di girone di ritorno per la Virtus Padova: 5 vittorie su 5, per raggiungere il primato nel girone. Vi aspettavate un rendimento del genere?
- Saremmo stati presuntuosi se ce lo fossimo aspettato, è stato importante sfruttare alcune situazioni, come ad esempio centrare il supplementare a Ozzano quando ormai sembravano spacciati. È arrivato quindi il primato, ora non è che ci sorprendiamo per questo, viviamo gara per gara. Rimaniamo consapevoli di non avere la squadra da vertice, non siamo costruiti per centrare un risultato immediato, però siamo contenti del lavoro svolto.
- Che tipo di squadra è questa Padova? Che basket vi piace esprimere?
- Nasciamo da una rivoluzione estiva, con un cambiamento quasi totale del roster: rispetto allo scorso anno siamo rimasti solamente io, Piazza e Schiavon. C’era la necessità di chiudere un ciclo, abbiamo preso coraggio a due mani e siamo ripartiti con motivazioni nuove. Sono arrivati giocatori con volontà di rimettersi in discussione e abbiamo voluto dare spazio in prima squadra ad alcuni ragazzi del settore giovanile, che ci stanno dando già un buon contributo.
- Lei, padovano di nascita, classe ’65, è alla seconda stagione sulla panchina della Virtus, dopo quattro anni nel settore giovanile. Ci parli un po’ della sua carriera.
- Esordisco nel settore giovanile, ho avuto varie esperienze di assistentato, passando poi ad allenare da capo, per più di dieci anni tra Serie B e C, su varie panchine venete (Piove di Sacco, Venezia, Pall. Padova, Albignasego, Marghera). Ero arrivato ad un punto in cui avevo pochi stimoli da capo allenatore e dal 2013 ho accettato la possibilità di lavorare con le giovanili della Virtus Padova. Mi sono calato in questa situazione con l’esperienza di aver allenato in prima squadra e con l’idea di cosa servisse ad un giovane per potersi rendere utile a livello senior. Dal 2017 sono diventato coach della prima squadra di Padova, e ora la soddisfazione sta nel fatto che dei quattro anni di lavoro nelle giovanili molti sono con me e giocano in B. Direi che questo è il discorso più gratificante, aldilà del primo posto in classifica.
- Chi sono i giovani che stanno rendendo positivamente in B?
- In prima squadra abbiamo diversi ragazzi che sono cresciuti con me: Niccolò Pellicano, un 2002, Riccardo Visone e Beniamino Basso, entrambi del 2001, Cristian Verzotto del ’99 ed Emanuele Mazzonetto del 2002. Altri, come da filosofia della Società, stanno completando altrove il proprio iter di formazione con prestiti in Serie C: come Enrico Visentin, un ’ala del ‘99 di 203 centimetri.
- Che obiettivi vi eravate posti a inizio stagione a Padova? L’attuale rendimento positivo potrebbe cambiarli?
- Noi sappiamo benissimo come siamo arrivati a questi risultati, riconosciamo di non essere i più forti, ma al tempo stesso siamo molto determinati; siamo contenti di aver trovato un gruppo di giocatori con voglia di riscatto e con qualcosa da dimostrare. Ora non cambia nulla, perché l’obiettivo ad inizio anno era quello di riavvicinare la gente al basket e possibilmente centrare i playoff, con una squadra da battaglia.
- Che tipo di ambiente c’è a Padova?
- Ho avuto esperienze precedenti da coach qui a Padova, mai come quest’anno ho trovato entusiasmo nei tifosi. C’è fermento e desiderio di venire a vedere questa squadra e di ciò siamo contenti.
- Il girone B presenta un grande equilibrio, con cinque squadre in 2 punti. Quali sono quelle che l’hanno colpita maggiormente e chi vede pericolosa per la seconda parte di stagione?
- Faccio fatica a stabilire le 8 che entreranno nei playoff, la situazione è costantemente in divenire, e ci sono squadre di altissimo profilo. Milano dopo tanta sofferenza ha ritrovato entusiasmo e risultati, ma citerei anche Lecco e San Vendemiano, con ambizioni più ridotte, ma che hanno comunque roster profondi e giocatori importanti. Senza dimenticare Cesena, Faenza, Orzinuovi. Società importanti che non hanno mai nascosto le proprie ambizioni.
- Ora per voi arriva la trasferta di Lecco, prima di due impegni casalinghi con Vicenza e Urania Milano che precederanno la sosta per la Coppa Italia: come vi state preparando a queste sfide?
- Abbiamo lo stesso approccio e la stessa metodica di sempre, con l’obiettivo di affrontare un avversario dopo l’altro. Siamo fermamente consapevoli che potremmo vincerle o perderle tutte, è un girone in cui non riesci a respirare ed a gestire le situazioni. Ci sarà lotta fino alla fine della stagione regolare: con la classifica così corta è presumibile che quasi tutte le squadre avranno degli obiettivi da raggiungere.
- Ultima domanda sulla Serie B: che tipo di torneo è? Lo ritiene formativo per Società, coach, giocatori?
- E’ l’unico campionato interamente italiano, è un campo di battaglia, mi piacerebbe che ci fosse più consapevolezza nel mandarci i giovani a giocare. Si è visto che tanti ragazzi hanno potuto avere minutaggi importanti, qui sono garantite esperienze importanti da spendere in campionati maggiori. Questa volontà di far giocare i giovani deve venire dalle Società, aldilà degli obblighi regolamentari. È un torneo che merita maggiore considerazione dal punto di vista tecnico.
Guido Cappella
Area Comunicazione LNP