Travel kit

SUPERCOPPA LNP 2025 OLD WILD WEST
TRAVEL KIT
LA CITTA' DI RAVENNA
MONUMENTI UNESCO
Riconosciuta in tutto il mondo per le sue bellezze artistiche, Ravenna conserva il più ricco patrimonio di mosaici databili tra il V e il VI secolo d.C. custodito all’interno dei suoi edifici religiosi paleocristiani e bizantini, dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Otto i monumenti UNESCO che testimoniano la grandezza di Ravenna nel corso della storia. Otto i tesori indescrivibili che raccontano le vicende di un territorio e di una città eletta per ben tre volte capitale: dell’Impero Romano d’Occidente prima, di Teodorico re dei Goti poi (493 – 553 d.C.) e in ultimo dell’impero di Bisanzio in Europa, fino alla conquista longobarda della città nel 751 d.C. Otto gli edifici di culto che riflettono le più importanti vicende politiche e religiose della fine del Mondo Antico e che raccontano quella fitta rete di personalità artistiche, scambi e relazioni culturali che hanno posto le basi dell’Europa contemporanea.
Mausoleo di Galla Placidia
Battistero Neoniano (o degli Ortodossi)
Battistero degli Ariani
Basilica di Sant’Apollinare Nuovo
Cappella Arcivescovile o di Sant’Andrea
Mausoleo di Teodorico
Basilica di San Vitale
Basilica di Sant’Apollinare in Classe
Nel 402 d.C., quando l’Imperatore Onorio decise di trasferire per ragioni di sicurezza la capitale dell’Impero Romano d’Occidente da Milano a Ravenna, la città perse quel ruolo da piccola provincia che aveva svolto fino a quel momento e assunse quello fastoso di residenza imperiale e centro culturale. Edifici, basiliche, mausolei, tutto doveva esprimere ricchezza e autorità, fascino e potere e rispondere alle esigenze della nuova corte. Affinché ciò avvenisse, tra il V e VI secolo d.C., proprio nel momento in cui gran parte dell’Impero Romano stava attraversando una fase di progressivo rallentamento, a Ravenna furono ideati, progettati e costruiti ben otto monumenti che oggi fanno parte della World Heritage List stilata dall’Unesco.
“L’insieme dei monumenti religiosi paleocristiani e bizantini di Ravenna è di importanza straordinaria in ragione della suprema maestria artistica dell’arte del mosaico.
Essi sono inoltre la prova delle relazioni e dei contatti artistici e religiosi di un periodo importante della storia della cultura europea”
(Unesco, dicembre 1996)
Dal dicembre del 1996 la Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, i Battisteri degli Ariani e degli Ortodossi, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo e in Classe, la Cappella Arcivescovile e il Mausoleo di Teoderico non sono più patrimonio della città di Ravenna, ma dell’Umanità intera.
LE VIE DI DANTE ALIGHIERI
Non possiamo affermarlo con certezza, ma è scontato immaginare che durante il suo “ultimo soggiorno” a Ravenna Dante Alighieri avesse avuto modo di visitare le splendide basiliche della città, oggi Patrimonio Unesco, e ammirare i loro inestimabili tesori artistici.
A Ravenna era già stato in passato, presumibilmente nel 1303 e nel 1310. Aveva attraversato la pineta di Classe – “in su ‘lito di Chiassi” (Purgatorio, Canto XXVIII) – descrivendola come “la divina foresta spessa e viva”, e si era confrontato con la vita sociale della piccola località adriatica. Nel 1318 non fu molto complicato per Guido da Polenta, padrone della città, sedurre il Sommo Poeta e indurlo a scegliere l’antica capitale bizantina come sua ultima oasi di pace e tranquillità, dopo il lungo peregrinare lontano da Firenze. Qui avrebbe avuto modo di riunire la propria famiglia ma anche di concludere la stesura della sua “amata” Commedia.
A convincerlo certo contribuì la possibilità di avere una possibile fonte di retribuzione, grazie all’incarico di rappresentanza garantitogli da Guido Novello quale suo ambasciatore a Venezia presso il doge Giovanni Soranzo.
Ravenna a quel tempo doveva apparire completamente diversa rispetto a quella che oggi conosciamo. Gli splendori dell’Impero romano e bizantino erano ormai un ricordo lontano e il suo paesaggio – povero, malsano e circondato da paludi e canali – non doveva essere per nulla ospitale. In questo rarefatto scenario, apparivano fonte di luce e meraviglia i mosaici delle antiche chiese bizantine, testimoni preziosi e altissimi dal punto di vista artistico e iconologico.
“Siede la terra dove nata fui
su la marina dove ‘l Po discende
per aver pace co’ seguaci sui…”
(Divina Commedia, Inferno V v. 97)
Palazzi, monasteri, strade e basiliche, nonché l’intero territorio attorno alla città, dovevano essere l’orizzonte visivo e culturale di Dante, andando a influire in maniera decisa sul suo immaginario visivo e letterario. Ancora oggi queste tracce e i suoi versi riecheggiano in molti luoghi di Ravenna. Suggeriscono un itinerario fatto di memoria e approfondimenti che sta ai curiosi, cittadini e turisti, cercare di conoscere e scoprire in ricordo del Padre della Letteratura Italiana.
Per tutte le informazioni sull'offerta turistica della città di Ravenna: https://www.turismo.ra.it/
Credits testi e foto Ravenna Tourism
---
IL PALA DE ANDRE'
Il Palazzo delle Arti e dello Spettacolo è uno fra i rarissimi esempi, a Ravenna, di architettura contemporanea; e, per altro, si è dimostrata una fra le strutture al coperto più funzionali a livello nazionale. Un vanto, insomma, per la città. Il progetto porta la firma di un architetto particolarmente raffinato, Carlo Maria Sadich, autore fra l’altro delle strutture effimere dell’Estate Romana, al Circo Massimo, nel 1984. Voluto dal Gruppo Ferruzzi e intitolato a un collaboratore prematuramente scomparso, Mauro De André, fratello del cantautore Fabrizio, il Palazzo è stato inaugurato nell’ottobre 1990, e da allora ospita grandi eventi sportivi, commerciali e artistici. L’intero complesso ha tre eccellenze progettuali; intanto la grande cupola bianca su pianta quadrata alta 33 metri. È composta da una struttura metallica reticolare coperta da una membrana traslucida in fibra di vetro. Poi un vero e proprio gioiello, la scultura di Alberto Burri “Grande Ferro R” che rievoca la carena di una nave rovesciata. Infine il “Danteum”, accesso al Palazzo, una sala ipostilo composta da cento tra pilastri e colonne; i pilastri esterni in pietra a vista e le colonne al centro: nove sono di ferro e di colore rosso (l’Inferno), nove di marmo di Carrara (Purgatorio) e nove in cristallo (Paradiso). Di grande bellezza anche il mosaico realizzato da Elisa Montessori e Luciana Notturni. L’interno conta 3.800 posti, ma lo spazio si può modificare spostando le gradinate mobili che, scorrendo su rotaie, possono essere collocate aperto sul retro.
Credits testi Ravenna Festival
Credits foto Patrimonio Culturale Regione Emilia Romagna