Poderosa, la preparazione atletica ancora nelle mani di Francesco Marconi Sciarroni

Con la doppia seduta odierna, si è aperta la seconda settimana di preparazione per la Poderosa. Se la parte tecnica è seguita e curata direttamente da coach Furio Steffè, per la parte atletica la squadra è anche quest’anno agli ordini di Francesco Marconi Sciarroni. Nato a San Benedetto del Tronto 32 anni fa, è dal 2009 istruttore certificato dalla FIP e, dopo l’esperienza maturata ad Anagni (serie B1), è alla seconda stagione consecutiva a Montegranaro.
“La stagione scorsa è stata certamente positiva, al di là di come sono andati a finire i playoff – dice Marconi – in questa società mi sono trovato benissimo, ringrazio tutta la dirigenza e lo staff con i quali ci troviamo sempre a lavorare molto bene. Per questo sono molto contento di essere rimasto anche quest’anno”.
Il carburante nel serbatoio per tutta la stagione va messo ora. E in questa fase il lavoro fisico-atletico è cruciale. “Abbiamo impostato una preparazione abbastanza simile a quella dello scorso anno – spiega il preparatore giallonero – la prima parte è stata di approccio per capire come si muovono e in che condizioni erano i ragazzi. Una parte necessaria per adattare il lavoro alle specificità dei singoli, capire i loro margini di miglioramento e prevenire eventuali problematiche. Devo dire che si tratta di un gruppo ottimo, con il quale è facile lavorare. Sono arrivati tutti quanti in buone condizioni al primo giorno di lavoro, nessuno parte completamente da zero. E sono contento anche della crescita dei ragazzi del settore giovanile, segno che quanto fatto l’anno scorso e anche questa estate sta pagando”.
Lavoro interamente in palestra quello impostato dallo staff giallonero, senza sedute al campo di atletica e cose simili. “Vengo da una scuola, quella del prof. Roberto Colli, che ha un po’ stravolto la preparazione fisica per come era intesa tempo fa – prosegue Sciarroni – io preferisco lavorare sul campo da basket perché poi è il campo che i ragazzi andranno a calcare in partita, è il loro habitat naturale. Non dico sia migliore il mio approccio, ma ci credo molto. E poi, a livello logistico, visto che il clima è perfetto nel nostro palasport, fare tutto all’interno permette di evitare i tempi morti degli spostamenti tra palestra e campo di atletica”.